E proprio nel centro della cittadina di Calas dall’ insediamento strapiano tra i colli, che spicca la chiesettina di Nostra Signora della Salette, punto di incrocio delle linee di prospettiva di quella zona detta del fiumicello Vallat. Si erge all’estremità di una scogliera biancastra macchiata di cenerognolo che si estrae a stento dalla fitta foresta di San Martino tutta pini luccicanti di verde scuro, bandiera, pistacchio, giallastro, spesso mossi dal maestrale generalmente un venticello dolce e freschino che ci dà vitalità nell’ afosa estate.
In questa parte, la roccia è ricoperta da una boscaglia di lecci, ginestroni, olivastri, biancospini, mandorli e di rosmarini che gioccano a vestirsi da lavanda con i rami coperti da centinaia di farfalline celeste, pervinca, viola regalando dal loro nettaro succulente le sciami di api golose e gelose il cui brusio indaffarato dall’ alba fino al tramonto indica al passante di tenersi alla larga da tal posticino cosi precioso .
Man mano che ci si avvicina alla chiesetta percorrendo un sentiero rompicollo in leggero pendio scendente, il terreno viene coperto da tapetti di timo zerpillio dai rami corti coperti da fiori di colore bordeaux intenso e dai cuscini verde e bianchi della frilosa santoreggia che sparisce d’inverno dopo la favolosa fiorita bianca autunnale che si offrono con generosità alle nostre mani ladre per consentirci di godere a casa qualché infuso delicioso, qualchè sugo saporito oppure una bella pizza casalinga che farà venire l’acquolina in bocca a tutto il quartiere.
A quel momento, una nuvola invisibile ci imprigiona nel suo profumo fresco e tonico specialmente elaborato dal grande « naso » della natura con i numerosissimi odori delle piante aromatiche che io chiamerei « Salette N° 1 » il quale si inficca nelle narici procedendo verso la più minima molecola dal cervello fino ai piedi. Quindi non si puo fare a meno di fermarsi per respirare l’aria, godersi lo scenario a 360°, sentire tintinnare le campane della chiesa giù e l’unica campanella acuta della chiesetta che scandiscono le ore ma anche il dolce ronzio di un aereo che scende verso l’aeroporto, pare che sia lentamente, affinché i passeggieri avvistino la nostra chiesettina pur seguendo la collina di fronte essa coperta dai prati verde bandiera del campo di golf. Ma la gente la sù se ne accorge di tutto questo? Forse non distingue niente! Tanto non gliene frega niente!
Ma quale imbianchino fantasioso tale un pittore cubista avrà mai avuto l’idea di pitturare la facciata Ovest turchese o azzuro « Vergine Maria », il 1/3 Sud del edificio in giallo, le 2/3 Nord in grigio scuro macchiato e dunque il muro indietro 1/3 giallo e 2/3 griggio. Sorprendente, vero?
Vivendo a Nord – Est di questa collina, ci salgo io da quel lato diciamo dalla scuola seguendo un sentiero che procede dolcemente; lasciando a destra e a sinistra diversi sentieri che portano ora nella foresta ora in paese ora alla chiesettina, arrivo prestissimo a una specie di valle artificiale indicando una trincea sotterranea una volta realizzata per far passare la tubatura fino al serbatoio d’ acqua sù all’orlo della boscaglia. Qui le foglie, le erbe e erbette rimangono fresche, tenere, odoranti e saporite anche d’estate quindi ci sono decine di coniglietti impegnati a roderle che scappano via davanti a me nel saltellamento dei tanti culletti bianchi.
Quando il cielo diventa nero, spariti lo scenario e lo scrigno circonstante la si pùo ammirare nella sua eleganza illuminata facendo regolarmente a gara con la luna che l’annaffia della sua intensa lucentezza agento dato che appare proprio al di sopra.
Non vi dico del periodo natalizzo con tue le arete sottolineate di cavi elettrici di lampadine di luci bianchi.
Uscendo dall’ Oustau per Tutti non mancate di dar un occhiata a N. S.D. Salette!