Non è la mia… Alla mia città, faccio il muso da tempo ; si è lasciata fare.
L’altra è diventata mia ; non è che sono poco fedele, no… ma l’altra è la mia amante. Quando mi avvicino a lei, si è preparata, ma non troppo, una principessa dell’infanza, autentica nella sua torre. Banon è cosi, imbevuta di luce calma e di oro ; immobile nell’attesa. D’estate, le cicale fanno la festa fino a tardi, assieme a tutti gli uccelli del cielo limpido, che è il loro nido ; qualche trattore di qua di là e per un lavoro di stagione : la raccolta della lavanda ; niente rumore tranne la campana ; il suo segreto è di allungare le ore ; poi, arriva E…, la sua lentezza, la sua sagezza, tutto là, nella voce…
Mi mette le mani tra le mie poi, insieme andiamo « dentro ». Dentro vuol dire la libreria LE BLEUET ; i libri sono stati la sua vita da professore di filosofia aldilà del mare. « L’hai letto questo qua ? E quel altro ? Me li mette tra le mani, ma prima lui li avrà accarezzati, avra tolto tutta la polvere della noia dell’ attesa nell’ombra degli scaffali. Io, l’imito, l’amico E… ; i libri di Banon sono gioielli particolari che ci fa la vita più bella e restiamo zitti a consultare quei tesori. « Vieni , c’è da fare » ; questo è la parola chiave ; vuol dire : mangiamo un boccone, brindiamo alla nostra solidità. In fatti siamo invincibili.
A tavola ! Salciccia dall’italiano in piazza, insalata con formaggio morbido delle capre della primavera scorsa, origano, semi di lavanda ; poi c’è il suo GATOD’OMELET ; è cosi che me l’ha presentato quel « gâteau » fatto di 8 fritatte di colori diversi, di prodotti freschi dell’ estate. Vino rosso, il piacere degli dei che siamo diventati anche noi dopo tanti anni. Odori di pace, di tranquilità in un posto dove il tempo si è fermato e dura come un corpo ben curato, una pelle che ti è stata massaggiata. Dura e vive con tutti i sensi pacati sul profumo della lavanda che va tritata fra poco…
